April 10, 2022
«In cosa consiste esattamente un brano musicale? Il compositore ci ha lasciato “solo” dei segni neri sulla carta, che possono venire eseguiti in infinite versioni. Ma tutte queste varianti sono ancora la stessa opera? Oppure ogni interpretazione è una nuova creazione? Dove si trova quella originaria? Nel manoscritto del compositore? Nella prima edizione? Nelle mani degli interpreti? O piuttosto nelle orecchie degli ascoltatori? Con i concerti di Presenza, a fine maggio a Lugano al LAC, vogliamo affrontare insieme artisticamente questa affascinante questione ontologica relativa alla musica, in particolare alla musica classica del XIX e XX secolo».
Così la celebre violoncellista Sol Gabetta e il compagno Balthazar Soulier, rispettivamente direttrice artistica e curatore di Presenza, hanno spiegato il senso dell’esperimento musicale senza precedenti che si è svolto in una prima anticipazione al LAC di Lugano il 22 e 23 maggio 2021. Ora il festival Presenza entra nel vivo, dal 3 al 6 giugno 2022: realizzato in coproduzione col LAC, ne sono previste inizialmente tre edizioni, almeno fino al 2024, sotto la direzione artistica di Sol Gabetta insieme a Balthazar Soulier.
Il festival è una sorta di carte blanche: l’obiettivo è sperimentare alternative al quadro formale del concerto sinfonico classico con solisti, che è rimasto praticamente immutato dalla fine del XIX secolo. Ancora oggi la sequenza dei brani in programma è sempre la stessa, con un concerto solistico nella prima parte e una sinfonia nella seconda, la disposizione scenica è unica, il “rituale” stesso della serata segue regole ben precise (silenzio in sala, applausi solo in determinati momenti): tutte modalità che di per sé non sono sbagliate, ma non sono l’unico modo per ascoltare un concerto. Sono uno dei tanti modi possibili, diventato usuale solo molto tardi nella storia della musica.
Dal punto di vista dei solisti, poi, la situazione è ancora più limitante: poca voce in capitolo nella scelta dei programmi (che vengono stabiliti soprattutto da sovrintendenti e direttori d’orchestra) e un coinvolgimento diretto solo in occasione del concerto, spesso con poche ore di prove a disposizione.
Visti tutti questi punti critici, Sol Gabetta ha deciso di accettare la proposta dell’OSI per creare qualcosa di nuovo negli spazi multifunzionali e creativi del LAC, con la fondamentale collaborazione del direttore principale dell’OSI Markus Poschner.
Con Presenza si intendono quindi proporre nuovi modi di fruire i concerti, ispirandosi alla cornice originaria in cui i brani (soprattutto della prima parte del XIX secolo) sono stati composti, concepiti ed eseguiti e tenendo nella massima considerazione anche la componente scenica e teatrale. Secondo Sol Gabetta, molto del repertorio storico richiede una maggiore attenzione proprio alla dimensione teatrale delle esecuzioni: bisogna pensare ad ogni dettaglio che possa influenzare sia il modo di suonare, sia il modo di fruire la musica, dall’illuminazione, alla disposizione del palco e del pubblico. «Siamo convinti – sottolineano Sol Gabetta e Balthazar Soulier – che anche con piccoli adattamenti al tipico “rituale” e al programma di un concerto si può ottenere un grande effetto. Dal punto di vista del repertorio, con l’OSI potremo riscoprire tutta una serie di pagine del XIX secolo per violoncello, ispirate anche a famose arie d’opera, che oggi non vengono più suonate ma rappresentano brani di grande valore purtroppo dimenticati».
Anche Markus Poschner sottolinea l’importanza di questo sperimentare: «Volevamo qualcosa che si distaccasse dalla regolare vita concertistica, che pure costituisce la maggior parte della nostra attività. Ci siamo voluti fare questo regalo, non solo io e Sol, ma l’intera Orchestra della Svizzera italiana, perché siamo assetati di nuovi orientamenti: siamo alla ricerca di senso, di altre prospettive».
«Un concerto – concludono Sol Gabetta e Soulier – non è soltanto un evento acustico, ma giocano un ruolo importante anche la dimensione visiva, sociale, teatrale, storica: tutte prospettive che interagiscono fra loro. Vogliamo rafforzare queste interazioni e coinvolgere in ciò anche il pubblico, aiutandolo a rendersi conto che è esso stesso una parte importante del tutto, che può persino contribuire all’interpretazione degli artisti».
https://www.osi.swiss/it/hidden/presenza/presenza